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Lo stress influenza il sistema dopaminergico.La psicologia spiega il perché

Le modificazioni del nostro sistema nervoso dovute allo stress hanno delle ripercussioni sul benessere psicologico

Il livello di stress nel quale gli esseri umani sono immersi sin dalla notte dei tempi ha plasmato il cervello nel corso dei secoli. Nell’epoca post-moderna il mondo globalizzato ha generato nuove avversità senza perdere la sua capacità di influenzare i comportamenti e lo sviluppo delle persone.

La psicologia cognitiva e le neuroscienze si interessano ormai da anni delle modifiche chimiche che avvengono nel cervello sotto stress e di come siano in grado di modellare le risposte sociali delle persone.

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Come il cervello reagisce agli eventi negativi

Lo stress è responsabile di diversi effetti sul sistema cardiovascolare e immunitario oltre ad avere un impatto significativo sulla salute psicologica delle persone. La relazione tra i percorsi neurobiologici e le risposte fisiologiche sono ancora oggi un grande enigma nella storia della psicologia cognitiva.

Per approfondire il tema gli studi si sono concentrati sul ruolo della dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nei meccanismi di ricompensa primaria.

Rilasciata in una zona del cervello chiamata substantia nigra è correlata ad una serie di attivazioni fisiologiche come l’accelerazione del battito cardiaco o l’aumento della pressione sanguigna (Kapur & Mann, 1992). La sua importanza è legata inoltre al ruolo che svolge nelle reazioni soggettive allo stress acuto e cronico, anche se gli studi hanno approfondito più i casi isolati che quelli con cause multi-fattoriali (Hjern et al., 2004; Morgan et al., 2007; Wicks et al., 2005).

La possibilità infatti che traumi avvenuti nell’età infantile si sommino all’esposizione di eventi stressanti in età adulta è un’ipotesi ancora da approfondire (McLaughlin et al., 2010).

Per esempio lo stress correlato all’appartenenza ad una minoranza etnica ha rivelato una maggiore attivazione dell’amigdala da parte degli individui in risposta all’esposizione ad appartenenti ad altre etnie (Morgan et al., 2010; Greer et al., 2012). Isolamento sociale, vittimizzazione, familiarità con la psicopatologia non sono criteri comuni solo nelle situazioni più gravi.

Le neuroscienze non hanno fatto mistero di come lo stress al quale siamo costantemente sottoposti generi delle reazioni nel nostro cervello. Questi effetti si traducono molto spesso nell’insorgenza di malattie mentali tra cui schizofrenia e depressione (van Os et al., 2010; Howes and Murray, 2014; Parker, 1983).

Traumi psicologici ed eventi negativi che fanno parte del ciclo di vita di ogni essere umano (Bendall et al. 2008; Beards et al., 2013) sono potenziali fattori di rischio per la salute mentale.

L' ebook ECM "Stress e disturbi da somatizzazione" offre una panoramica esaustiva sui fattori biologici e sociali che influenzano la risposta soggettiva allo stress. L' opera inoltre affronta come l'esposizione ad eventi stressogeni si converta in disturbi psicosomatici di varia natura e come questo rappresenti un campanello d'allarme per i professionisti sanitari attenti ad una relazione empatica con il paziente. 

Il ruolo del sistema dopaminergico

Ma attraverso quali meccanismi il cervello risponde allo stress psicosociale? La semplice esposizione agli eventi negativi stimolerebbe l’attivazione di alcuni circuiti cerebrali tra i quali:

  • l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA)
  • il sistema nervoso simpatico (Howes & Murray, 2014)

Mentre il sistema striato giocherebbe un ruolo importante nel rilevamento delle minacce (Haber, 2014).

Al riguardo la ricerca ha sottolineato come, in caso di stress acuti e stimoli avversi, sia preponderante l’attivazione del sistema dopaminico.

I neuroni dopaminici infatti non solo sarebbero responsabili del sistema di allerta di fronte ad esposizioni stressogene ma sono in grado di reagire anche in risposta ad eventuali minacce future (Valenti et al., 2011).

Un argomento che interessa sicuramente il mondo della psicologia perché considera in gran parte il ruolo dei traumi sullo sviluppo e sul benessere personale in un’ottica life-span.

Con l’utilizzo della fMRI gli studi hanno infatti dimostrato come eventi traumatici come l’abbandono istituzionale siano associati ad una ridotta funzione del sistema striatale mediato dal sistema dopaminico (Mehta et al., 2010). Sono stati riportati anche altri casi correlati alla disfunzione dopaminica come nelle situazioni di relazioni interrotte tra caregiver-bambino (Takiguchi et al., 2015) e nei casi di depressione.

L’effetto delle avversità croniche sulla funzione dopaminergica

Proprio in riferimento ai casi di traumi in età infantile lo studio di Dedovic et al. (2005) si è focalizzato sulla relazione tra stress acuto e alterazioni della dopamina striatale.

Oltre all’utilizzo del Montréal Imaging Stress Task (MIST) sono stati misurati anche:

  • il livello di A-amilasi salivare, secreta dalla ghiandola parotide in risposta all'attività adrenergica
  • la pressione arteriosa media (MAP) che riflette la misura fisiologica di attivazione simpatica

I risultati hanno dimostrato come alla privazione materna precoce nei primissimi giorni successivi alla nascita sono associati:

  • comportamenti ipo-dopaminergici in età adulta come reazioni lente o ridotte agli stress acuti
  • difficoltà di deambulazione

Tuttavia sono state svolte poche ricerche in grado di confermare una relazione causale tra stress psicosociale e disfunzione del sistema dopaminergico, soprattutto in relazione allo sviluppo dell’anedonia nei casi di depressione (Nutt, 2006).

Una delle principali esigenze é infatti definire con più precisione i circuiti dell’area tegmentale ventrale (VTA) che regolano i livelli di dopamina in reazione agli stressors acuti o cronici (Barrot et al., 2002). Il fine è quello di ampliare la gamma di circuiti neurali potenzialmente coinvolti nella depressione e di conseguenza utili per il trattamento depressivo.

Sebbene le anomalie del circuito di ricompensa dopaminergico rappresentino una delle cause della depressione, rimane ancora sconosciuto il sito primario dal quale origini la patologia.

Questa contraddizione é emersa proprio dall’evidenza scientifica della terapia farmacologica. Non è chiaro infatti se l’effetto sia imputabile alla regolazione del livello di dopamina del sistema mesolimbica o ad altre regioni cerebrali (Nester et al., 2006).

In conclusione, il sistema dopaminergico svolge un ruolo cruciale nella risposta agli eventi stressogeni di natura acuta o cronica. La reazione fisiologica e comportale é ancora oggetto di studio e non sempre é chiaro in che modo il sistema mesolimbico contribuisca o meno come fattore di protezione.

Per la ricerca futura è importante considerare lo stress non come un elemento isolato ma come un processo dalle molteplici sfaccettature che tenga conto delle variabili soggettive e non solo della chimica per personalizzare le opzioni di trattamento. 

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Fonti:

Barrot M, Olivier JDA, Perrotti LI, Impey S, Storm DR, Neve RL, et al (2002): CREB activity in the nucleus accumbens shell controls gating of behavioral responses to emotional stimuli. Proc Nat Acad Sci USA 99:11435–11440

Bloomfield M.A.P., McCutcheon A.R., Kempton M., Freeman T., Howes O.,The effects of psychosocial stress on dopaminergic function and the acute stress response eLifesciences.org https://doi.org/10.7554/eLife.46797.001

Dedovic K, Renwick R, Mahani NK, Engert V, Lupien SJ, Pruessner JC. 2005. The Montreal imaging stress task: using functional imaging to investigate the effects of perceiving and processing psychosocial stress in the human brain. Journal of Psychiatry & Neuroscience : JPN 30:319–325

Nutt DJ. 2006. The role of dopamine and norepinephrine in depression and antidepressant treatment. The Journal of Clinical Psychiatry 67 Suppl 6:3–8

Inserita il 10/02/2020

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