Skip to main content

L’incidenza degli schermi digitali negli sviluppi neurologici dei giovani

Gli schermi digitali influenzano lo sviluppo neurologico nelle nuove generazioni

L’utilizzo delle tecnologie tra gli adolescenti è da tempo al centro dei dibattiti tra educatori, genitori e istituzioni. Partendo dal concetto di neuroplasticità, le neuroscienze cognitive forniscono un’ampia prospettiva di studi riguardo gli effetti della tecnologia sullo sviluppo neuronale dei giovani. 

In particolare gli studi si focalizzano sulla durata e la frequenza dell’utilizzo dei media su schermi digitali.

neolaureato corso ECM FAD

Uso e abuso della tecnologia tra i giovani

L’aumento del consumo mediatico negli ultimi anni ha scatenato l’allarme sulle possibili conseguenze sul comportamento degli adolescenti e dei bambini. Le neuroscienze si sono focalizzate su come l'utilizzo della tecnologia influenzi la cognizione e come poter sfruttare il Web come strumento di potenziamento cognitivo.

Le ultime ricerche si basano sul concetto di neuroplasticità (Rowson, 2010), ovvero come le informazioni vengano recepite e contribuiscano a modellare il cervello.

La neuroplasticità evidenzia che esiste un certo di malleabilità e reversibilità cerebrale durante tutto l’arco di vita, non solo nelle prime fasi di sviluppo. Sebbene sia una visione ottimistica delle potenzialità del cervello, la letteratura scientifica suggerisce che questa raggiunge il suo apice in determinati periodi come l’adolescenza (Carr, 2010).

In relazione all’aumento dell’utilizzo dei media, questo aumenta ansie e paure circa la loro influenza sui più giovani. Alcuni studi come quello di Zaki (2011) si chiedono infatti se il minor consumo dei romanzi rispetto ad Internet contribuisca in qualche modo ad una crescente mancanza di empatia nella società o se l’iper-stimolazione possa ridurre l’attenzione.

I cambiamenti strutturali del cervello in età prescolare

Per comprendere le differenze strutturali nel cervello dei bambini in età prescolare, è stato pubblicato uno studio del Medical Center dell’Ospedale pediatrico di Cincinnati sull’uso dei media.

I risultati mostravano che i bambini che passano più tempo sullo schermo presentavano una minore integrità strutturale dei tratti di materia bianca nelle aree deputate al linguaggio e altre funzioni esecutive come il controllo metacognitivo e l’autoregolazione.

La ricerca teneva in considerazione il tempo di screening in riferimento alle raccomandazioni dell’American Academy of Pediatrics (AAP). Nello specifico, le indicazioni erano: 

  • Per i bambini di età inferiore ai 18 mesi, evitare l'uso di contenuti multimediali diversi dai video.
  • Per i bambini dai 18 ai 24 mesi è necessaria una programmazione di alta qualità e l’accompagnamento dei genitori nella visione dei programmi.
  • Per i bambini dai 2 ai 5 anni, limitare l'uso dello schermo a 1 ora al giorno di programmi di alta qualità.
  • Valutare qualitativamente il tempo passato insieme ai bambini senza l’utilizzo dei media.

Nello studio erano coinvolti 47 bambini con un’età compresa fra 3 e 5 anni insieme ai loro genitori. Nella prima parte, i bambini hanno completato test cognitivi standard seguiti dalla risonanza magnetica. Questo ha permesso di ottenere stime sull’integrità della materia bianca nel cervello.

In seconda battuta, è stato somministrato ai genitori lo ScreenQ, uno strumento di screening che riflette le raccomandazioni AAP.

I risultati hanno confermato che i punteggi ScreenQ più alti erano significativamente associati a:

  • Linguaggio espressivo inferiore
  • Ridotta velocità di elaborazione
  • Ridotte abilità emergenti di alfabetizzazione

John Hutton (MD= direttore del Reading & Literacy Discovery Center del Cincinnati Children e autore principale dello studio, ha affermato che l’uso dei media basati sullo schermo nella prima infanzia possono causare una stimolazione subottimale in questa fase dello sviluppo cerebrale.

Sebbene non sia ancora chiara in quale misura il tempo passato sullo schermo possa influire sui cambiamenti strutturali a breve e lungo termine, è necessario sviluppare nuovi studi per capire in che modo impostare dei limiti sull’uso della tecnologia.

L’influenza dei media sugli adolescenti

Mentre nei bambini l’utilizzo dei media su schermo rallenta la produzione di mielina e la conseguente trasmissione dell’impulso elettrico nel nervo, è interessante capire come la letteratura affronti il problema tra gli adolescenti.

Gli studi della Kaiser Foundation mostrano che i giovani americani con un’età compresa tra 8 e 18 anni trascorrono in media 7 ore su supporti social (Lewin, 2010). Gli studiosi ritengono che questa immersione tecnologica sin dalla prima infanzia abbia un impatto particolarmente potente nel picco della pubertà, arrivando ad alterare drasticamente input e risposte corticali (Blakemore & Frith, 2005).

Alcuni programmi di ricerca hanno cominciato a studiare l’ipotesi che le abitudini tecnologiche degli adolescenti possano portare ad un aumento dell’aggressività e una riduzione dell’empatia, come afferma Derbyshire (2009):

“Se dovessimo scansionare il cervello dei giovani che passano molto tempo a giocare al computer e nelle chat room, scopriremmo che la corteccia prefrontale è danneggiata, sottosviluppata o poco attiva, proprio come nei giocatori d'azzardo, negli schizofrenici o negli obesi ''.

Secondo Gary Small et al. (2008) Internet aggrava i deficit cognitivi a causa di un arresto della crescita della corteccia prefrontale. Questo comporterebbe il blocco dello sviluppo dei circuiti neurali ad un livello immaturo, causando l’insorgenza di dipendenza da Internet e comportamenti aggressivi (Ko et al., 2009; Ferguson, 2010).

Per altri studiosi come Carroll (2011), l’uso cronico dei media digitali possa portare a sintomi di disturbi da deficit di attenzione e iperattività (ADD).

In conclusione, l’utilizzo dei media è in aumento nel contesto familiare e in quello scolastico. Questo evidenzia la necessità di comprendere gli effetti dei media sul cervello dei bambini soprattutto in relazione al tempo e alla frequenza.

La comunità scientifica è interessata a come affrontare e gestire i rischi provocati dall'utilizzo acritico dei social media. Il nostro corso ECM FAD "Sicuramente connessi: affrontare il cyberbullismo, la dipendenza tecnologica e i pericoli della rete" descrive come la chiarezza degli effetti nocivi della tecnologia sulle nuove generazioni potrebbe essere un valido indicatore per costruire delle linee guida di utilizzo per istituzioni e genitori.

I risultati sugli adolescenti possono fornire lo spunto per creare strumenti efficaci per limitare i danni cognitivi, prevenire il rischio di dipendenza da Internet e usare i media come supporto ai programmi educativi.

 

Leggi anche:

Ebook Ecm "Sicuramente connessi: affrontare il cyberbullismo, la dipendenza tecnologica e i pericoli della rete"

ECM: Chi paga i corsi? I costi sono detraibili?

 

Fonti:

Cincinnati Children's Hospital Medical Center. "Screen-based media associated with structural differences in brains of young children." ScienceDaily. ScienceDaily, 4 November 2019.

Derbyshire, D. (2009, February 24). Social websites harm children’s brains: Chilling warning to parents from top neuroscientist. Daily Mail. Retrieved from http://www.dailymail. co.uk/news/article-1153583/Social-websites-harm-childrens-brains-Chilling-warningparents- neuroscientist.html

Lewin, T. (2010, January 20). If your kids are awake, they are probably online. The New York Times. Retrieved from http://www.nytimes.com/2010/01/20/education/ 20wired.html?_r1&

Inserita il 17/01/2020

Ci hanno già scelto:

... e tanti altri: vedi tutti i partner

Accedi con impronta