Differenze strutturali nel cervello degli smartphone users
La tecnologia e il suo impatto nelle funzioni cognitive e strutturali del cervello dei giovani
Gli smartphones sono entrati ormai a far parte della nostra quotidianità ma regolare il loro utilizzo soprattutto tra i più giovani sta diventando un serio problema di salute mentale. Non sono molti gli studi sulla neurobiologia alla base della dipendenza da piattaforme social anche se la comunità scientifica ha individuato delle anomalie in determinate aree cerebrali.
Quando i social network creano dipendenza
La possibilità di essere costantemente connessi attraverso Internet facilita in larga misura l’utilizzo di attività online. D'altra parte questo contribuirebbe tuttavia a sviluppare comportamenti problematici soprattutto negli utenti più giovani (Stald et al., 2014). L’immersione totale nei social avrebbe dunque conseguenze psicosociali da non sottovalutare come dimostrato da numerosi studi (Long et al., 2016; Lopez-Fernandez, Honrubia-Serrano, Freixa-Blanxart e Gibson, 2014).
Non è ancora chiara però quale sia l’eziologia della social-addiction e i meccanismi neurobiologici coinvolti.
Alcuni studi hanno affermato come alcuni disturbi psichiatrici come la depressione e l’ansia possano essere fattori di rischio per l’insorgenza della dipendenza da social (Elhai, Dvorak, Levine e Hall, 2017; Elhai, Tiamiyu, & Weeks, 2018). Altri ancora hanno indicato il coinvolgimento di fattori psicologici come il livello di empatia (Lachmann et al., 2018) e la paura di perdere punti di riferimento (Wolniewicz, Tiamiyu, Weeks & Elhai, 2018).
La maggior parte delle ricerche tuttavia ha cercato di spiegare questo fenomeno facendo riferimento alle dipendenze comportamentali come il disturbo da gioco online e l’Internet addiction (Salehan & Negahban, 2013). Tra gli effetti manifestati dagli smartphone users vi sono brama e perdita di controllo, atteggiamenti quasi associabili ad una crisi di astinenza dalle attività online (Chen et al., 2016) probabilmente dovuta alle grafiche e alle strategie accattivanti di Internet (Sha et al., 2019).
La tecnologia sempre a portata di mano rafforza dunque l’uso abituale delle piattaforma creando nuove dipendenze da comunicazione online (Turel & Serenko, 2012). La mappatura della neurobiologia negli smartphone users non é ancora oggi completata sebbene studi recenti (Lee et al., 2019) abbiano identificato delle anomalie strutturali e funzionali di alcune aree cerebrali.
L’uso eccessivo di smartphone causa cambiamenti strutturali della materia bianca nel cervello
Lo studio di Lee et al. (2019) ha evidenziato alcune anomalie del volume della materia grigia (GMV) in particolari aree del cervello correlate alla dipendenza da Internet.
In particolare sono coinvolte:
- la corteccia anteriore cingolata
- la corteccia orbitofrontale e dorsolaterale prefrontale (OFC)
Aree cerebrali sicuramente molto importanti perché sono associate alle funzioni esecutive (Yuan & Raz, 2014), meccanismi di ordine superiore deputate al controllo e alla regolazione di comportamenti finalizzati ad obiettivi (Miller & Wallis, 2009).
Lo studio di Lee et al. (2019) ha quindi cercato di comprendere le basi neurobiologiche associate alla social networking addiction analizzando le aree fronto-cingolate. Attraverso l’utilizzo di tecniche di morfometria voxel-basata (VBM) lo studio ha analizzato gli indici di GMV in due gruppi.
Lee ed il suo team ha reclutato 94 soggetti (65 uomini e 29 donne) attraverso banner online, flyers e passaparola. La frequenza di utilizzo dello smartphone é stata misurata attraverso la Korean Smartphone Addiction Proneness Scale (SAPS; Kim et al., 2012; Kim, Lee, Lee, Nam, & Chung, 2014).
I partecipanti sono stati inoltre sottoposti ad un’intervista clinica strutturata del DSM-IV (First et al., 1995) per valutare eventuali disturbi psichiatrici e alla versione coreana della WISC-IV per misurare il QI (Wechsler, 2008).
Da una prima scrematura sono stati selezionati infine 88 soggetti con un’età media tra 16 e 27 anni di cui:
- 29 uomini e 10 donne che utilizzavano eccessivamente lo smartphone
- 32 uomini e 17 donne in buona salute
Grazie anche all’utilizzo delle tecniche di risonanza magnetica é stato scoperto che i soggetti con comportamenti problematici legati allo smartphone riportavano livelli di GMV ridotti nell’OFC rispetto al gruppo di controllo.
I risultati coincidevano con studi precedenti sul disturbo da gioco online (Weng et al., 2013) e Internet addiction (Hong et al., 2013; Lin & Lei, 2015). La riduzione della materia grigia nella corteccia orbitofrontale sarebbe dunque direttamente correlata anche ai punteggi SAPS nella dimensione “tolleranza” i quali riflettono la probabilità di sviluppare dipendenza da social (Lee et al., 2019).
Nei casi di dipendenza comportamentale infatti la tolleranza é la quantità crescente di tempo spesa nelle attività online per raggiungere un determinato livello di soddisfazione (Griffiths, 1996) Le menomazioni nella OFC sarebbero quindi responsabili dei deficit nel processo decisionale che comporterebbe a sua volta sintomi di impulsività e compulsività (Torregrossa, Quinn, & Taylor, 2008).
La compromissione della funzionalità dell’OFC sarebbe decisiva nello sviluppo e nel mantenimento della dipendenza (Schoenbaum, Roesch, & Stalnaker, 2006; Volkow & Fowler, 2000). In particolar modo l’area più colpita sarebbe l’OFC laterale normalmente deputata all’inibizione dei comportamenti per ottenere ricompense tardive (McClure et al., 2004). Deficit della materia grigia di questa zona sono dunque responsabili della ripetizione di azioni abituali tipici della dipendenza da smartphone.
In conclusione possiamo affermare che l’utilizzo problematico e continuo dello smartphone può causare anomalie nella materia grigia della corteccia laterale orbitofrontale. Esistono infatti correlazioni significative tra la riduzione della GMV nella OFC e alti punteggi SAPS in particolar modo nella subscala della tolleranza. Proprio per via del suo importante ruolo nell’inibizione comportamentale tanto più le persone utilizzano gli smartphone tanto più hanno probabilità di perdere il controllo di queste attività. Gli studi futuri dovrebbero identificare misure più efficaci per valutare i patterns di utilizzo dei media e chiarire i fattori di rischio della dipendenza comportamentale da smartphone.
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Fonti:
Lee J., Lee O.B., Jung Y.C., (2019), Lateral orbitofrontal gray matter abnomalities in subjects with problematic smartphone use Journal of Behavioral Addictions 8(3), pp. 404–411
Volkow N. D., Fowler J. S., (2000). Addiction, a disease of compulsion and drive: Involvement of the orbitofrontal cortex, Cerebral Cortex, 10(3), 318–325.
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