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Il contatto pelle a pelle non migliora l’interazione tra madre e neonato pretermine

Il contatto continuo pelle a pelle non porta ad una migliore interazione madre-bambino

Ogni anno circa 15 milioni di bambini nascono pretermine. La loro condizione necessita cure intensive che li tengono separati dai loro genitori con conseguenze significative sulla relazione adulto-neonato. Uno studio dell’università di Linköping in Svezia ha svelato come il contatto pelle a pelle non sempre é un fattore predittivo per un buon attaccamento.

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La skin-to-skin-care o Kangaroo Care nei neonati pretermine

Il passaggio dalla vita fetale alla nascita rappresenta uno degli eventi più significativi e potenzialmente traumatici del ciclo di vita. Il periodo post-natale iniziale é infatti caratterizzato da alti livelli di stress con conseguente secrezione di cortisolo (Cooper et al., 1990; Taylor et al., 2000) e una regolazione neurocomportamentale instabile (Als et al., 1999).

Tra i metodi che possono facilitare l’adattamento del bambino vi è il contatto pelle a pelle. Conosciuto anche come Kangaroo Care (KC) viene utilizzato in particolar modo nei casi di neonati pretermine.

La skin-to-skin-care si basa sui criteri di adattamento neurocomportamentale descritti in letteratura (Als et al., 1982) come:

  • autonomo
  • motorio
  • agitazione
  • attenzione e interazione autoregolazione.

Ogni dimensione é composta da altri sottosistemi interdipendenti tra loro e che esprimono il grado di efficacia del bambino nel modulare le risposte al mondo esterno (Als et al., 1986; 1989).

Gli studi di Ludington et al (1990) hanno riscontrato un aumento di sonno e minore attività motoria durante il contatto pelle a pelle con la madre rispetto ai periodi immediatamente precedenti e successivi al trattamento. La KC fornisce strumenti di regolamento omeostatico delle energie a disposizione del bambino come risultato della modulazione tra i sottosistemi già citati.

Il termine autoregolazione é stato ampiamente utilizzato per identificare l’adattamento del bambino agli stimoli esterni e il suo sviluppo é determinato da diversi fattori quali:

  • regolazione dei sistemi fisiologici (Porges et al., 1994; Brazelton et al., 1990)
  • processi di informazione (Bornstein et al.,2000)
  • formazione di legami di attaccamento

L’autoregolazione infantile determina come il bambino risponde a livello cognitivo e sociale all’ambiente. Il processo si sviluppa a partire dal grembo materno ed é particolarmente vulnerabile già dai primi istanti di vita neonatale (Brazelton et al., 1990).

Il contatto pelle a pelle rappresenta dunque la naturale condizione postnatale dei mammiferi (Hofer, 1991) perché:

  • aiuta la regolazione termica
  • stabilisce il ritmo respiratorio
  • equilibra la saturazione d’ossigeno
  • riduce l’apnea e la bradicardia
  • aumenta la produzione di latte nella madre
  • accelera l’aumento di peso

La funzione protettiva del metodo KG  inoltre aumenta la soglia normativa del bambino agli stimoli avversi e favorisce l’esplorazione del mondo esterno (Feldman et al., 2004).

Feldman et al. (2002) ha dimostrato come i neonati trattati con KC erano meno propensi al pianto già da soli tre mesi di età rispetto a bambini che non avevano ricevuto il trattamento. Gli effetti di KC quindi sembrano perdurare oltre il termine.

 

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Le conseguenze sull’attaccamento madre-bambino

Oltre ai rischi della nascita prematura lo sviluppo del bambino può essere influenzato dalle difficoltà nella relazione adulto-bambino. Le interazioni tra madri e neonati pretermine sono spesso ridotte in termini di adattamento ai segnali del bambino causando una diminuzione di contatto visivo e vocalizzazione materna (Minde et al., 1983).

Le madri di bambini prematuri infatti risultano meno reattive rispetto a quelle di bambini nati a termine dimostrando come l’ambiente sia correlato allo sviluppo cognitivo infantile (Beckwith et al., 1986; Lester et al., 1995). Sono stati riscontrati inoltre livelli più alti di depressione materna (Brooten et al., 1988) in quanto i bambini prematuri vengono percepiti come più lontani dal “bambino ideale” (Levyshiff et al., 1989).

Per intervenire sui molteplici fattori di rischio della condizione pretermine il contatto pelle a pelle si è dunque rivelato uno strumento di gestione dello stress relazionale e fisiologico.

Nello studio portato avanti dal team di ricercatori della Linköping University é stata studiata l’interazione tra madri e neonati pretermine con un’età tra 32 e 36 settimane.

Charlotte Sahlén Helmer, dottoranda del team di ricerca, ha affermato:

"Il contatto pelle a pelle tra genitore e bambino ha dimostrato di avere effetti positivi per lo sviluppo del bambino ma non è ancora chiaro come questo si rifletta nella relazione di attaccamento. Ecco perché volevamo studiare questo".

La ricerca é stata condotta su 31 famiglie provenienti da due ospedali svedesi dove i genitori possono stare con i loro bambini tutto il giorno.

Il campione é stato successivamente diviso in due gruppi: uno in cui la madre doveva dare al bambino il contatto pelle a pelle continuo, un altro in cui poteva scegliere il momento in cui utilizzarlo. Dopo quattro mesi le stesse famiglie sono state rivalutate per analizzare le modalità di interazione tra le madri e i loro bambini.

Non sono state riscontrate differenze significative tra il gruppo di contatto pelle a pelle continuo e quello intermittente. I criteri di accettazione o vicinanza emotiva tra madre e bambino non subivano particolari influenze a seconda del metodo KC utilizzato nel periodo postnatale.

La dottoressa Helmer ha quindi aggiunto:

"Alcune persone affermano che il contatto pelle a pelle si traduce automaticamente in un buon attaccamento tra madre e bambino. Il nostro studio dimostra che questo potrebbe non essere il caso”

I risultati dello studio dell’università svedese potrebbero quindi essere un sollievo per i genitori che non sono in grado di sostenere continuamente il contatto pelle a pelle.

In conclusione le ricerche confermano come il metodo Kangaroo Care sia efficace nello sviluppo dell’autoregolazione infantile sia dal punto di vista fisiologico che cognitivo. E’ necessario tuttavia approfondire quali siano i meccanismi che subentrano nello sviluppo dell’attaccamento funzionale tra madri e bambini pretermine. I risultati sarebbero significativi per facilitare il supporto alla genitorialità in casi di nascita prematura.

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Fonti:

Beckwith L., Parmelee A.H., EEG patterns of preterm infants, home environment, and later IQ. Child Dev. 1986;57:777–789

Lester B.M., Boukydis C.F., Garcia-Coll C.T., et al. Developmental outcome as a function of the goodness of fit between the infant’s cry characteristics and the mother’s perception of her infant’s cry. Pediatrics. 1995; 95:516–521

Linköping University. "Skin-to-skin contact do not improve interaction between mother and preterm infant." ScienceDaily. ScienceDaily, 23 January 2020. 

Minde K, Whitelaw A, Brown J, Fitzhardinge P. Effect of neonatal complications in premature infants on early parent-infant interaction. Dev Med Child Neurol. 1983;25:763–777

Inserita il 16/03/2020

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