Isabella Corradini: quando psicologia e tecnologia si incontrano per analizzare rischi e comportamenti nel mondo digitale
Da oltre vent’anni studia le implicazioni sociali dell’innovazione, con particolare attenzione alla cybersecurity, alla consapevolezza digitale e alla prevenzione di fenomeni come molestie e mobbing online
Isabella Corradini è una psicologa sociale e del lavoro, criminologa ed esperta riconosciuta nei temi del fattore umano applicato al digitale e alla sicurezza.
Da anni analizza l’impatto sociale delle tecnologie, affrontando questioni centrali come la cybersecurity, la prevenzione dei comportamenti a rischio e la diffusione di una consapevolezza digitale più matura.
È direttrice del Centro Ricerche Themis, oltre che fondatrice del Link & Think Research Lab, laboratorio interdisciplinare dedicato allo studio delle dinamiche sociali dell’innovazione tecnologica.
Ha un’esperienza accademica pluridecennale e coordina l’area “Cittadinanza digitale consapevole” del progetto nazionale Programma il Futuro, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. A livello europeo, contribuisce ai lavori della COST Action BEiNG-WISE come co-leader del gruppo dedicato ai fattori umani nella sicurezza delle reti wireless.
L’intervista che segue offre uno sguardo diretto sul suo lavoro e sulle sfide emergenti nella relazione tra persone, tecnologie e sicurezza. Pensiamo che la sua lettura sia fondamentale specialmente per chi vuole comprendere come il digitale stia trasformando comportamenti, rischi e responsabilità professionali.
Prevenzione e consapevolezza digitale contro le nuove forme di violenza online
Come è iniziato il suo percorso professionale?
È iniziato dalla passione per la psicologia sociale, che vede, tra i tanti temi, lo studio delle interazioni umane all’interno dei contesti sociali. Mi sembrava importante analizzare queste interazioni in un mondo digitale che all’inizio della mia carriera professionale non era così pervasivo come ora.
Ho poi esteso il mio interesse a tutti gli aspetti psicologici connessi agli sviluppi delle tecnologie digitali, dal tema dell’identità e delle dinamiche di gruppo online ai rischi per la salute mentale e la sicurezza in rete (come i fenomeni di violenza e molestia), fino a occuparmi di cybersecurity in ambito aziendale con focalizzazione sul fattore umano e creazione di progetti di cybersecurity awareness.
Sono più di 20 anni che mi occupo di temi connessi al digitale e alla sicurezza, mettendo al centro sempre il fattore umano.
Su che cosa verte il suo corso sui “crimini relazionali” e come affronta i principali rischi digitali legati a molestie e violenze online?
Il tema dei “crimini relazionali”, così come ho intitolato il corso ECM con il relativo ebook, è centrato sui rischi di molestia e violenza in rete: dal cyberbullismo al cyberstalking, al revenge porn, al mobbing.
Nel mio corso ECM si fa riferimento all’importanza di acquisire un’adeguata consapevolezza digitale, perché se non si conoscono gli strumenti che si adoperano, le loro funzionalità, è difficile comprenderne i rischi e fare prevenzione.
Il tutto, ovviamente, accanto a una cultura del rispetto, che è alla base di ogni relazione umana. Nel corso vengono analizzati i vari fenomeni nei diversi contesti. Si pensi, ad esempio, al cyberbullismo, più legato all’ambito scolastico o alle forme di prevaricazione come il mobbing che, in ambito lavorativo, è andato evolvendosi in linea con le opportunità fornite dalle tecnologie digitali. Tutto questo richiama la necessità di mettere in campo le iniziative più idonee per la prevenzione, come la formazione.
Quali sono gli aspetti più importanti che vorrebbe trasmettere ai professionisti sanitari con i suoi corsi?
L’importanza di conoscere i contesti nei quali ci si muove e la rilevanza della formazione sui rischi e i vantaggi connessi al digitale. Ormai non se ne può fare a meno e ognuno di noi, come professionista, deve conoscere questi aspetti.
Secondo lei, quali sono le sfide principali che i professionisti sanitari dovranno affrontare nei prossimi anni nel suo ambito?
Intanto la sfida del digitale, perché ormai nessuna professione, come dicevo prima, è esente dal considerare questi aspetti. Teniamo conto, ad esempio, che molti utenti interagiscono con i chatbot chiedendo consigli e diagnosi, come se questi fossero professionisti della salute mentale.
Ma non è così, e noi psicologi sappiamo come la relazione tra persone sia qualcosa di insostituibile. L’intelligenza artificiale è uno strumento e come tale deve essere considerato. Faccio presente che presso l’Ordine degli Psicologi del Lazio è stato istituito un gruppo di lavoro “Psicologia & Trasformazione Digitale”, che coordino, e che nasce con l’obiettivo di promuovere il ruolo delle psicologhe e degli psicologi come protagonisti attivi del cambiamento tecnologico in atto.
Come immagina l’evoluzione del suo settore nei prossimi 5-10 anni?
Immagino (e spero) che il ruolo della psicologia sarà cruciale per far fronte ai tanti problemi della società odierna. Penso alla necessità di proteggere la salute mentale, sempre più considerata un elemento fondamentale del benessere della persona; penso ai rischi psicosociali, che sono in aumento nei luoghi di lavoro.
E facendo riferimento al tema del digitale, è ormai evidente che questa trasformazione continua e pervasiva impatta profondamente su processi cognitivi, relazioni sociali e dinamiche organizzative; inoltre, considerata la rapidità con cui le tecnologie informatiche e digitali si evolvono, ritengo che la psicologia possa davvero offrire chiavi di lettura e strumenti operativi di grande supporto.
Che consiglio darebbe a un giovane professionista che inizia ora la sua carriera?
Di essere sempre aggiornato e fare rete con i propri colleghi. Ma anche di non aver timore di guardare a nuovi ambiti di applicazione della psicologia.
Fuori dal lavoro, quali passioni o interessi coltiva?
Lettura e ancora lettura… e non solo sui temi utili alla mia professione. E viaggiare! Leggere e viaggiare sono attività che aprono la mente, e questo ritengo sia fondamentale per tutte le professioni. Altra passione? Le serie tv crime/poliziesche e legal.
Se dovesse pensare al titolo di un libro o di un film che le è rimasto particolarmente impresso per affinità con il suo settore, quale sarebbe?
Devo dire che ce ne sono diversi, ma voglio citare un paio di film non recenti. Il primo è “The Net – Intrappolata nella rete”, un film del 1995 (quindi con una tecnologia ancora non avanzata) che ha portato sul grande schermo il tema del furto di identità di cui è vittima una programmatrice, con conseguenze disastrose. Un’anticipazione, quindi, dei rischi ai quali oggi siamo tutti sempre più esposti.
L’altro film è invece “L’uomo bicentenario” (del 1999, basato su un racconto di Isaac Asimov), dove un robot per uso domestico alquanto singolare, che dimostra di possedere emozioni non previste per una macchina, finisce per essere riconosciuto umano a tutti gli effetti.
La rivoluzione digitale, dirompente e inarrestabile, ci impone una riflessione profonda sui suoi effetti. In un contesto in cui l'intelligenza artificiale domina la scena pubblica, le implicazioni etiche e sociali sono sempre più rilevanti. Ritengo fondamentale che l'essere umano resti sempre il fulcro di ogni processo di innovazione.
C’è un pensiero motivazionale, o un concetto, da cui trae ispirazione nel suo lavoro?
Avere il coraggio di rinnovarsi e di seguire sempre la propria strada con convinzione, anche quando gli altri vanno in un’altra direzione.
Che messaggio vorrebbe lasciare ai lettori dei suoi corsi ECM?
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno scelto il mio corso, e un augurio di potermi confrontare con loro su temi di interesse reciproco.
Quali progetti futuri sta portando avanti e su cui i lettori potranno ritrovarla?
Molto probabilmente in un prossimo vostro progetto ECM! In ogni caso, essendo direttrice del Centro Ricerche Themis, potranno seguire i progetti e le attività che porto avanti all'interno del centro studi.
Psicologia, tecnologia e responsabilità: la visione interdisciplinare di Isabella Corradini
L’incontro con Isabella Corradini traccia il profilo di una studiosa che ha saputo unire competenze psicologiche, criminologiche e sensibilità sociale in un percorso dedicato alla comprensione del digitale e dei suoi effetti sulle persone. Il suo lavoro mette in relazione aspetti tecnologici e dinamiche umane, offrendo ai professionisti una chiave di lettura capace di illuminare fenomeni complessi come le molestie online, la sicurezza informatica e la prevenzione dei comportamenti a rischio.
Attraverso attività di ricerca, formazione e divulgazione, Corradini incoraggia un approccio consapevole, fondato sulla responsabilità e su una conoscenza approfondita degli strumenti digitali. Nelle sue iniziative, nei progetti sviluppati con Themis e nel confronto continuo con la comunità professionale, propone una visione che valorizza la competenza e la capacità critica.
È una prospettiva che si integra perfettamente con la filosofia degli eBook ECM, pensati per offrire aggiornamento di qualità e strumenti solidi a chi opera nella sanità e desidera rafforzare il proprio bagaglio professionale.